allora...vediamo...non ricordo più un c***o
trascrivo per Anna perchè non ha internet a casa.
Anna sogna chiara, cioè me, in una casa seduta davanti alla porta che da sul balconcino, lei, Anna, è vicina a me quando ad un certo punto atterrano sul balcone, come cadute dal piano di sopra, UNA DONNA,UNA SIGNORA, UNA BAMBINA che atterrando rompono un qualcosa di non definito, fatto di cristallo, che era lì sul balcone, e mi dicono:
"Avremmo bisogno di parlare al più presto con un avvocato!"
Io le guardo e rispondo:
"Avvocati non ne abbiamo però in cucina trovate la scopa per pulire!"
Que fuerte!
lunes, 12 de noviembre de 2007
sábado, 8 de septiembre de 2007
martes, 10 de julio de 2007
SCAPPA!

Esco di casa con un gruppo di amici, chi siano non lo so esattamente. Tra loro c'è un mio vecchio fidanzato, credo che sia lui, nemmeno nel sogno ne sono poi cosí tanto sicura. Penso: che ci faccio con lui? giusto mentre lo sto abbracciando. Peró non mi preoccupo di rispondere. In strada ci dirigiamo al bar di una stazione di servizio che sta proprio dietro l'angolo. Entriamo e ci piazziamo al bancone seduti con la faccia rivolta alla vetrina che dà sulle pompe di benzina-gasolio. Si apre la porta, e con la coda dell'occhio vedo un bel po' di mossos d'escuadra (barcelona style) armati fino ai denti. Mi inquieto ma penso, tranquilla, perché mai devi sentirti intimorita. Fanno parte della vita di tutti i giorni, come i taxi, i semafori e le strisce pedonali. Ma non faccio in tempo a terminare di pensarlo che mi ritrovo circondata di bruti in uniforme e con il cannone di un fucile puntato alla testa. Non penso, e se penso, penso soltanto a: cazzo che succede? Non è cosí che doveva andare.. Quello che mi punta il fucila tira fuori una carta da gioco dalla tasca, è un tre di ori, me la accartoccia davanti al naso e la butta per terra, ai miei piedi. E allora sí che penso, e penso: questo mi ammazza. Dopo penso: prendi tempo, prendi tempo. Gli dico che non può farlo, che lavoro con i disabili, che sono incinta, e non so cos'altro. I miei amici sono spariti. Nel bar ci siamo solo noi, quelli con l'uniforme e io. Non so come ma parlo, parlo. Non so come ma convinco il pazzo armato e i suoi colleghi a uscire dal bar per permettermi di prendere una boccata d'aria mentre lui decide il da farsi. Fuori è notte e qualcosa attira la loro attenzione, si allontanano di poco correndo. Dall'altra parte della strada vedo un mio ex compagno di corso che mi fa segno di approfittare dell'occasione, di scappare. Ma non ne sono convinta. Non voglio che mi sparino alle spalle, sono troppo vicini. E poi ce ne uno che è rimasto quasi al mio fianco, un poli biondino con la riga in mezzo. Gli dico: dai, accompagnami a fare due passi, solo due passi. Lo prendo per mano, mi lascia fare, e ci incamminiamo in un vicoletto dove c'è una casa con luce e musica. Stanno dando una festa. Dai entriamo, solo cinque minuti a vedere com'è. Acconsente di nuovo. Varchiamo la soglia, saliamo le scale e attraversiamo un appartamento lunghissimo, passando di stanza, in stanza in linea retta. Ogni porta da su una nuova stanza collegata da un'identica porta alla successiva. Raggiungiamo l'ultima. E' un salottino, non ha un'altra porta frontale come le precedenti, peró sí ne ha una laterale piccola e di legno. Ho ancora paura ma sono lucida. Dico al biondino armato: dai, aspettami un attimo qua, entro un momento nel bagno. Non dice niente, come sempre. Quindi entro, chiudo con il pistillo tipico dei bagni da bar e mi guardo intorno. C'è un'altra porta. La apro con cautela, sbircio e scopro che da accesso a un'altra casa. Penso: adesso sí, scappa! Lo attraverso di corsa, senza preoccuparmi della gente che c'è lí dentro. Trovo la porta di ingresso, mi precipito giú per le scale e... scappo!
martes, 3 de julio de 2007
sábado, 9 de junio de 2007
entre pasado y presente
Estaba en una calle del centro de Barcelona, caminaba a casa.
Entro en casa, a una casa que no había visto nunca… pero sabiendo que esa era la mia.
Al cruzar la puerta de entrada, saludo a Jano dejo mi bolsa, hablo con el, después decidimos salir pero lo hacemos por una puerta diferente y cuando vamos a fuera no estábamos en Barcelona, estábamos en Torino.
Esa situación me pareció rara pero no estaba nervioso o confundido. Para Jano todo era normal.
Caminando por el centro nos encontramos a Manu, una vieja amiga de Torino, paseando con Sebas, mi colega de trabajo en Barcelona. Yo me preguntaba como podía ser posible que ellos se conocieran pero cuando le pregunté a Jano por esto, todo seguía pareciéndole normal.
Cuando dimos la vuelta para volver a casa… me desperté.
Entro en casa, a una casa que no había visto nunca… pero sabiendo que esa era la mia.
Al cruzar la puerta de entrada, saludo a Jano dejo mi bolsa, hablo con el, después decidimos salir pero lo hacemos por una puerta diferente y cuando vamos a fuera no estábamos en Barcelona, estábamos en Torino.
Esa situación me pareció rara pero no estaba nervioso o confundido. Para Jano todo era normal.
Caminando por el centro nos encontramos a Manu, una vieja amiga de Torino, paseando con Sebas, mi colega de trabajo en Barcelona. Yo me preguntaba como podía ser posible que ellos se conocieran pero cuando le pregunté a Jano por esto, todo seguía pareciéndole normal.
Cuando dimos la vuelta para volver a casa… me desperté.
lunes, 4 de junio de 2007
senza scarpe

sono in una città che non conosco. esco di casa in cerca di qualcosa da mangiare. è notte e mi guardo intorno, i negozi sono aperti, c'è gente. dopo un po' ho una strana sensazione, mi guardo i piedi e mi accorgo che sto camminando senza scarpe. ho solo i calzini. non è una bella sensazione. però non ho voglia di tornare tornare indietro, cosí proseguo il cammino e mi distraggo. dopo un altro po' di tempo, mi riguardo i piedi e vedo che indosso un paio di stivaletti di molti anni fa, neri, comodi. che sollievo e che soddisfazione!
jueves, 10 de mayo de 2007
jueves, 3 de mayo de 2007
VISTO DALL'ALTO
BUENA SUERTE

è notte. la cittá ha tremato. tutti sono svegli nelle case dalle tapparelle abbassate. da dietro l'angolo giunge a tutto gas un'auto nera e con i vetri scuri. inchioda e si ferma davanti a un portone. le quattro portiere si aprono contemporaneamente e quattro uomini vestiti di grigio nero blu con giacche e cappelli scendono rapidi, e rapidi tirano fuori dal bagagliaio un tavolo pieghevole che allungano come un ventaglio nel mezzo della strada. arrivano diversi bambini di differente età e statura che fumano sigarette. agli uomini con giacche e cappelli se ne aggiungono altri. si accomodano tutti intorno al lungo tavolo e cominciano a discutere. uno dei piú giovani parla con voce alterata. gode di autorevolezza perché gli altri stanno zitti, dev'essere il braccio destro del capo. è arrabbiato, o forse semplicemente comunica l'insoddisfazione del capo che non è lí e se è lí non parla. dentro la casa c'è agitazione, sappiamo che sono arrivati, che non c'è molto tempo. si tratta sicuramente di un indovinello o di un rebus, dice conci seduta sul letto guardando un foglio alla luce della lampadina del comodino. ecco, ci sono, ascoltate ho trovato il codice. è una parola, è ... (sveglia)
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